8 ore del Castelet

9-11 aprile 2010

Il Leone in gabbia

Dopo la due giorni di prove ufficiali organizzata come di consueto a inizi marzo, la Le Mans Series è tornata sul circuito del Paul Ricard per la prima gara del campionato 2010. Il circuito, situato nella regione del Var, a pochi chilometri dal dipartimento delle Bouches du Rhone, da sempre considerato uno dei tracciati più belli ed impegnativi al mondo, ha ospitato l’esordio di questa categoria in terra francese con una formula allungata rispetto allo schema usuale delle 1000km così da rappresentare un banco di prova adeguato in vista della prossima 24 ore di Le Mans.

Nonostante la situazione economica attuale non favorisca certo la presenza di numerosi team, la qualità degli iscritti è stata eccellente, grazie alla presenza, tra le altre, di Peugeot 908 HDi, Audi R15, Aston Martin e Acura, per un totale di 41 partenti. L’aspetto meno piacevole è stato l’assenza di Henry Pescarolo e dei suoi prototipi, vere e proprie istituzioni nel mondo dell’endurance: dopo l’acquisizione dello scorso anno da parte della Sora, il futuro del team appare sempre più incerto e la presenza delle vetture di Le Mans viene garantita dal solo team Oak Racing, ritornato alla motorizzazione Judd dopo la parentesi Mazda, in categoria P2.

La tanto attesa lotta tra Peugeot e Audi si è aperta già nella prima giornata di prove, svoltesi sotto un caldo sole primaverile e in quasi totale assenza di vento, evento quanto mai raro nell’area nella quale sorge il circuito; alla fine il miglior tempo risultava quello di McNish, seguito a pochi decimi da Sarrazin, mentre l’Oreca, la prima delle inseguitrici pativa un distacco di quasi 2 secondi dalla vetta, complice un problema al motore che impediva alla vettura di girare nel corso della seconda sessione.

Il primato Audi si è protratto anche nella sessione del sabato mattina, con lo scozzese capace di distanziare di 8 decimi il suo diretto avversario mentre, al terzo posto si issava la Aston Martin ufficiale a 1”400. Chi si aspettava una sfida anche in P2 tra la Acura e la Ginetta, ha dovuto invece rassegnarsi allo strapotere della prima, capace di infliggere pesanti distacchi all’avversaria, superata peraltro anche dalla Lola-Hpd di Erdos.

Alle spalle dei prototipi, le classi GT vantavano alterne fortune: mentre tra le GT2, si assisteva ad una lotta sul filo dei centesimi di secondo, con la Porsche 997 Gt3 di Lietz davanti ad un gruppetto di nove vetture racchiuse in 350 millesimi, in GT1 la sola presenza della Saleen della Larbre evidenziava la crisi di questa classe.

Qualifiche

Come di consueto i primi venti minuti di qualifica sono riservati alle vetture GT, con Bleekemolen che, dopo aver sofferto di sottosterzo per tutta la mattinata, apre le danze con la Spyker, decorata con la nuova livrea rossa e nera, conservando la prima posizione fino a metà sessione, complice anche la sola uscita in pista di sei vetture. Negli ultimi 10 minuti il traffico aumenta considerevolmente, con tutte le GT2 in pista nel tentativo di sfruttare la pista gommata: Bruni, con la prima delle Ferrari AF Corse, stampa subito un brillante 1’57”946, per poi migliorarsi nel giro successivo in 1’57”850, tempo che nessuno riuscirà ad avvicinare. Alle sue spalle la spunta Lietz, distanziato di 366 millesimi, davanti a Muller con la Ferrari CRS, Vilander con la seconda Ferrari AF, la sempre più sorprendente Aston Martin di Bell e la terza Ferrari AF di Russo, racchiusi in 2 decimi di secondo. Da segnalare infine la generale competitività delle 13 iscritte a questa classe: tra la Ferrari di Bruni e la Bmw, fanalino di coda, il distacco è risultato di soli 1”743. Per la cronaca, la Saleen Larbre ha fatto registrare il tempo di 1’57”085, che le consentirà di partire prima tra le GT.

Nella sessione dedicata ai prototipi, Audi e Peugeot Oreca, le due pretendenti alla Pole, optano per strategie differenti: mentre la prima entra subito in pista con Capello, la seconda attenderà gli ultimi otto minuti per sferrare il proprio attacco. Alla fine sarà Lapierre a stabilire il miglior tempo in 1’41”195, con un vantaggio di 437 millesimi sul pilota italiano. Alle loro spalle la Aston Martin di Mucke, uno dei migliori piloti della categoria, e l’Oreca di Duval, che limitano i danni anche in quanto a distacchi che non superano il secondo e mezzo. In grossa difficoltà le due Rebellion, che non vanno oltre la terza fila a causa della poca potenza erogata dall’omonimo motore: al fondo del Mistral la velocità registrata dalle vetture svizzere era di 25km/h inferiore a quella dei battistrada. Ancora peggio è andata alla Signature, in grossa difficoltà nella gestione della Aston Martin, ultima tra le P1 a quasi 4" dalla vetta.

Tra le P2, dopo un iniziale primato della Oak di Lahaye, terzo alla fine, l’entrata in pista di Watts con l’Acura, chiude definitivamente i giochi; il pilota inglese regala una prestazione incredibile, fermando i cronometri sull’1’44”989 nonostante una velocità di punta di 40km/h inferiore alle P1, e ottenendo il quarto tempo assoluto nel terzo intermedio, a soli sei decimi dalla Peugeot. Al povero Pla non è rimasto che assicurarsi il secondo miglior tempo a oltre 2”. Quarto tempo per Erdos, ultimo a contenere il distacco sotto i tre secondi, mentre le Lola Racing Box hanno mostrato i segni del tempo, finendo nelle retrovie con distacchi pesanti. Alle qualifiche non ha preso parte la seconda Pescarolo Oak, che nella mattinata aveva rotto il motore, così come successo alla vettura gemella nel corso delle sessioni di venerdì.

Uno sguardo infine alle Formula Le Mans, con la Dams di Piscopo che ha ottenuto il miglior tempo in 1’52"936, davanti a Beche con la Hope Polevision e Zollinger su Applewood Seven.

Corsa

Il cielo terso mattutino, che ha accompagnato il warm-up, cede il passo ad una coltre di nubi minacciose proprio quando le vetture stanno compiendo i giri di pre-griglia, segno inequivocabile che, come previsto, la gara si svolgerà sotto il continuo rischio di pioggia, attesa tuttavia soltanto per il primo pomeriggio. Così, mentre i due giorni di prove sono stati caratterizzati da temperature primaverili, la gara si svolgerà a temperature molto basse, tanto da costringere molti spettatori ad abbandonare il circuito prima della bandiera a scacchi. Ai box Audi si vede Kristensen, fuori gara in questo week-end a causa di un tendine del tallone strappato nel mese di gennaio durante una partita di Badminton, ma venuto comunque a supportare i due compagni di squadra. Da segnalare che nel corso del warm-up la Saleen è stata urtata da un prototipo riportando danni che ne condizioneranno la prima parte di gara, mentre l’Oak ha deciso di far partire la Pescarolo di Moreau dall’ultima fila dello schieramento e non dai box.

Alle 11.00 le vetture muovono dietro la safety car per il giro di formazione, senza che nessuna vettura manifesti problemi e pochi minuti dopo ha inizio la gara con McNish che parte bene ed attacca Sarrazin, che nel difendersi commette un errore lasciando un varco aperto all’esterno nel quale si infila lo scozzese; i due, impegnati come sono a battagliare, si urtano leggermente alla St. Beaurne aprendo una voragine nella quale si infila Mucke che si trova così primo, posizione che manterrà per i primi due passaggi, prima di essere superato sul Mistral dalla Audi al terzo giro e dalla Peugeot al quarto. Dietro di loro la Signature, partita a fionda, resiste quarta per alcuni giri, ma ben presto deve cedere il passo alle due Rebellion, mentre l’Oreca è protagonista di una foratura che la costringe ad un rientro ai box anticipato. Al ventesimo giro un nuovo colpo di scena con la Rebellion di Jani che lamenta la rottura della sospensione posteriore che la costringerà al una doppia sosta ai box, la seconda delle quali durerà per più di 20 minuti. Passano due giri e anche la Aston Martin lamenta una foratura all’anteriore sinistra che fortunatamente non ne comprometterà la gara. Allo scadere della prima ora iniziano le soste per i primi due, distanziati di non più di 10 secondi; quando la Peugeot si ferma ai box, i meccanici ricevono una brutta sorpresa nel constatare che il sistema idraulico che consente di sollevare la vettura non ne vuole sapere di funzionare. Per riparare il guasto ci vorranno poco meno di 16 minuti, abbastanza per garantire alla Audi un margine di 8 giri sulla diretta avversaria. Per la vettura tedesca il resto della gara rappresenterà un test cronometrico, con i piloti che continueranno tuttavia a girare su tempi serrati, finendo con l’ottenere il miglior tempo sul giro nell’ultima ora di gara con Capello alla guida. Della situazione si avvantaggia anche Boullion, che risale al terzo posto con un giro di vantaggio sulla diretta inseguitrice. In P2 la Acura, dopo aver viaggiato per tutta la prima ora negli scarichi di Mansell e aver guadagnato un discreto margine sul duo Erdos-Pla, si deve fermare ai box per riparare un pezzo della scocca rotto perdendo più di tre giri e rientrando ottava di classe, proprio dietro la Ginetta del Quifel anch’essa ferma per una sosta più lunga del solito. A metà gara si ritrova così in testa tra le P2 la Lola RML, seguita dalle due Pescarolo Oak e dalla Ginetta del Team Bruichladdich. In GT2 la lotta è serrata fin dal via, con Lietz che rinviene, dopo una partenza difficile, fino a raggiungere la leadership di classe che nessuno riuscirà a minacciare. Fuori quasi subito la Aston Martin di Bell, la Spyker e la Porsche ProSpeed e con la Ferrari AF Corse di Melo dapprima attardata per una foratura e poi ritiratasi quando era terza, la lotta per il podio si è ristretta al secondo equipaggio Proton e alla Ferrari di Alesi, con il francese che perdeva il secondo posto a causa di una foratura conseguente a un contatto con una barchetta a quindici minuti dalla fine.

Chiusa la sfida tra Audi e Peugeot e stabilizzatesi tutte le posizioni di testa, l’interesse del pubblico si concentra sulla rincorsa della 908HDi alla caccia di punti importanti e alla lotta tra le P2, che regala continui colpi di scena: la vettura del leone riuscirà ad agguantare proprio negli ultimi giri un insperato quarto posto, aiutata anche dall’Oreca che si fermerà una volta di più ai box, mentre tra i prototipi più piccoli l’Acura, con alla guida Watts si avvicina minacciosa alla Pescarolo di Moreau, ritrovatasi in testa dopo aver passato la Lola RML diventata meno competitiva nelle mani di Newton e Wallace. Si ritira definitivamente la Ginetta Quifel quando manca un ora e mezza alla fine, con evidenti problemi di direzionalità e si accendono i duelli dell’ultima mezzora: Watts conclude la sua rincorsa conquistando il gradino più alto del podio a spese di Moreau, mentre Erdos, ripresa la RML, supera l’altra Pescarolo Oak andando a raccogliere un brillante terzo posto.

Uno sguardo anche alle Formule Le Mans, con la Hope Polevision che deve cedere la vittoria alla Applewood Seven a causa di un banalissimo testacoda nei giri finali, quando sul circuito comincia a scendere la pioggia. Negli ultimi giri, le intense gocce d’acqua che scendono dal cielo, convincono i tecnici Audi a far rientrare Capello per montare le gomme da pioggia, in modo da poter percorrere gli ultimi minuti in piena tranquillità.

Vittoria quindi per la Audi con cinque giri di vantaggio sulla Aston Martin e sulla Rebellion di Boullion, i cui equipaggi si invertiranno involontariamente di posizione sul podio.

Secondo appuntamento con la Le Mans Series 2010 a Spa dal 7 al 9 maggio 2010, ovviamente in compagnia di Connectingrod!

Marco Zanello
Fotografie di Giacomo e Marco Zanello

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