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Eventi Storici :

RM Sotheby's Monaco 2016

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14 maggio 2016
BREAK POINT
   
RmAuction_Monaco_2016
     
15/05/2016 -

L’entusiasmo vissuto dai collezionisti di auto d’epoca alla vigilia del fine settimana del Gran Premio Storico di Monaco, è stato presto smorzato dai risultati delle aste che hanno avuto luogo nel principato a contorno dell’evento agonistico. Se il venerdì pomeriggio, come avete avuto modo di leggere nell’articolo dedicato, nelle sale dell’hotel Fairmont, l’asta organizzata da Bonhams non ha dato i risultati sperati, il sabato a deludere sono stati i volumi delle vendite del ben più importante evento organizzato come di consuetudine da Rm Auction, recentemente unitosi a Sotheby, nelle lussuose strutture dello Sporting. Che non si trattasse di una giornata brillante lo si era già capito nel pomeriggio, quando erano stati battuti 37 dei 38  pezzi della collezione Quattroruote, proposti senza riserva, a cifre piuttosto contenute nonostante alcuni pezzi davvero interessanti. Forse l’unica vendita al di sopra delle attese era stata la Bugatti Type 57 Cabriolet del 1939, battuta a 660.800 euro, ma già il secondo pezzo più costoso era valso soltanto poco più di 100.000 euro. Risultati che comunque hanno permesso alla casa editrice italiana di respirare una boccata d’ossigeno a margine di una crisi di identità che pare averle fatto perdere il primato che per molti anni l’aveva contraddistinta. L’asta pubblica serale, che sulla carta offriva motivo di ottimismo con alcuni pezzi unici proposti a cifre davvero esorbitanti, ha invece proseguito nel trend al ribasso: non che le offerte non siano arrivate ma in molte occasioni non si è raggiunta la cifre di riserva per la battitura. E così se 50 pezzi hanno potuto cambiare padrone, ben 31 sono rimasti ancorati agli attuali proprietari. Tra questi ultime una inarrivabile Ferrari 275 Nart che, nonostante i 17.000.000 euro offerti, non ha raggiunto il prezzo di riserva previsto: se fosse stata battuta avrebbe rappresentato la settima vettura più costosa venduta nel corso di un’asta pubblica, ma sfortunatamente il prezzo minimo era stato fissato a 2 milioni di euro in più. Ma la 275 non è stata l’unica Ferrari a non trovare un nuovo proprietario: le vetture del cavallino rampante ultimamente non sembrano raccogliere forzatamente l’apprezzamento del pubblico, a meno di non essere pezzi davvero particolari. E’ stato il caso della Ferrari 340 America, che nel 1951 corse a Le Mans condotta dalla coppia Chinetti-Chiron, venduta a 7.280.000 euro, ossia la cifra più alta dell’intero fine settimana monegasco, di una 275 GTS del 1966 battuta a 1.792.000 o di una 212 Inter Cabriolet  del ’52 venduta a 1.176.000 euro. Discorso simile per le Porsche, con alcune classiche rimaste invendute, a tutto favore di pezzi particolari come l’unica 911 GT1 Evolution del 1997 ad essere stata omologata per l’uso stradale, battuta a 2.772.000 euro, o una Porsche 959 ‘Komfort’ Stage II del 1988 battuta a 896.000 euro. Tra le altre vendite meritano una menzione particolare una rarissima Tucker Torpedo del 1948, battuta a 1.344.000 euro e una Lamborghini Diablo SE30 Jota aggiudicata per la cifra record di 672.000 euro. Per contro sono rimasti sostanzialmente invenduti tutti i lotti riguardanti le  vetture da competizione: una March 711 ex Peterson, una Peugeot 205 T16 Gruppo B e un Peugeot 908 HDi FAP.

In conclusione a Montecarlo il mercato ha mostrato per la prima volta una battuta di arresto piuttosto seria: se l’asta di Bonhams non ha ottenuto i risultati sperati, quella di RM Sotheby è passata da un volume di affari di 41.000.000 euro registrata nel 2014 ai 27.500.000 di quest’anno. Come ha osservato Peter Wallman, direttore di RM Europa, le case d’asta restano confidenti relativamente una ulteriore crescita di certe tipologie di prodotti e si guarda con ottimismo agli eventi estivi ma, aggiungiamo noi, bisognerà essere molto abili nel capire in tempi brevi  quali aree restino ancora incontaminate. Perché, lo abbiamo visto in altri settori, ciò che oggi è in piena salute, domani potrebbe rivelarsi agonizzante.

 
a cura di Marco Zanello
Photo Giacomo e Marco Zanello
 

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