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WEC & ELMS :

24 ore di Le Mans 2017 - Gara

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Una edizione della 24 ore di Le Mans sottotono regala il terzo successo consecutivo alla Porsche, negandosi per l'ennesima volta a Toyota. Grandi protagoniste le P2, con le Oreca del Jackie Chan Racing addirittura seconda e terza assoluta. In GTPro vittoria all'ultimo giro per la Aston Martin dopo un'entusiasmante duello contro la Corvette. Tripletta per Ferrari in GTAm.
   
24 ore le mans 2017
     
22/06/2017 -

Dovendo guardando in faccia la nuda realtà, l’edizione 2017 della 24 ore di Le Mans, fatta esclusione per il record realizzato da Kobayashi nel corso delle prove, difficilmente resterà negli annali dell’automobilismo. E non potrebbe essere diversamente: assistere all’ecatombe delle P1 Ibride già prima di metà gara ha rappresentato il momentaneo fallimento di un nuovo modo di concepire il mondo delle corse. Durante la mattina della domenica i social sono stati letteralmente intasati da post di appassionati che si chiedevano se davvero questa categoria, offrendo uno spettacolo di questo tipo, potesse in qualche modo intaccare la supremazia della Formula 1. La risposta, al momento attuale è sicuramente negativa: la dipartita di Audi ha sicuramente indebolito il campionato sia dal punto di vista tecnico che da quello dell’immagine, e le nuove regole annunciate nella conferenza ACO di venerdì gettano ulteriori ombre su quella che, soltanto un paio di anni fa, sembrava essere da regina del motorsport. Allo stato attuale i grandi costruttori impegnati nel WEC sono due: un numero e un blasone più che buoni se si vuole iniziare un’era, ma decisamente troppo pochi se si vuole sviluppare un progetto a lungo termine. E non dimentichiamo che le voci legate ad un possibile abbandono della stessa Porsche a fine anno, si sono fatte in queste settimane sempre più insistenti. La 919 inizia a pagare il dazio degli anni, ed un investimento importante per la progettazione di un nuovo prototipo non sarebbe motivato da una sfida prolungata a due. Anche perché il rischio è quello di dover fare i conti con un nugolo di P1 private avvantaggiate dal nuovo regolamento; in quel caso un recupero come quello che ha visto protagonista la Porsche vincitrice di Bernhard-Hartley-Bamber, (bloccata per più di un ora ai box per un problema al sistema ibrido sull’asse anteriore) sull’Oreca P2 del Jackie Chan Racing,  sarebbe del tutto improbabile.

Se la Porsche ha poi da interrogarsi sull’ennesimo problema al motore che ha messo fuori corsa la vettura di Lotterer-Jani-Tandy quando , a quattro ore dal termine, era ampiamente in testa alla gara, ben peggiore risulta la situazione in casa Toyota: intervistato a fine gara, Toyoda non ha cercato scuse, prendendo su di se tutte le colpe di questa debacle, ma si è trattato di un tipico atteggiamento giapponese, che molto si discosta dalla realtà. La meccanica, certo, non è stata all’altezza delle aspettative, con una rottura del sistema ibrido sull’asse anteriore per Buemi-Nakajima-Davidson e la frizione fuori uso per Kobayashi-Conway-Davidson, ma anche i piloti e la dea bendata devono essere chiamati in causa. Sul banco degli imputati c’è soprattutto Lapierre, cui è stata concessa una nuova opportunità che non ha saputo cogliere: raramente veloce ed implicato, una volta di più, in un incidente che ha messo fuori gara la n°9. Dopo le delusioni degli anni ‘90, la Toyota continua a raccogliere sonore lezioni in quel di Le Mans, dimostrando che i risultati ottenuti anni fa in Formula 1 non furono un caso. 

A nuotare come pesci nelle lacrime versate dai big, sono state le nuove P2, autrici di una gara non particolarmente spettacolare ma, sicuramente coinvolgente. Dopo un lungo alternarsi al vertice, il comando è stato preso intorno a metà gara dall’Oreca del Jackie Chan Racing di Jarvis-Tung-Laurent, con ampio margine sugli avversari. Il risultato di per se sembrava già da incorniciare, quando l’improvviso ritiro della Porsche di testa ha catapultato il piccolo prototipo in testa alla classifica generale. Il vantaggio sulla seconda Porsche, che nel frattempo stava rinvenendo, non era tale da permettere di poter conservare la prima posizione fino al traguardo, ma probabilmente qualcuno ha fantasticato sull’opportunità di una Safety car che spezzasse il recupero. Il secondo posto assoluto resta un risultato che difficilmente qualcuno avrebbe potuto anche solo ipotizzare alla vigilia della gara. A completare la festa è arrivato poi il terzo posto assoluto e secondo di classe, della seconda Oreca del team, affidata a Cheng-Brundle-Gommendy, scaturito si da una gara attenta ma anche dalla squalifica post gara della Rebellion di Piquet-Beche-Heinemeier Hansson, sulla cui carrozzeria era stato realizzato un foro per intervenire direttamente sul motore senza doverla scoperchiare. In una gara che già alla vigilia si sapeva essere appannaggio delle Oreca, l’onore della Ligier è stato salvato da Owen-De Sadeleer-Albuquerque, sesti al traguardo, mentre la Dallara ha presto troppo perso l’unico esemplare che poteva lottare per una posizione importante, quello dell’Smp. Per quanto visto resta la convinzione che al costruttore italiano serva un team di riferimento di maggiore esperienza rispetto a quelli attuali, che aiuti a raffinare un prodotto che comunque sembra nato bene, seppur un poco grezzo.

La categoria più bilanciata è stata sicuramente la GTPro, grazie anche alle continue modifiche del BOP, arrivate ancora una volta all’ultimo secondo. A trarre vantaggio da questa situazione paradossale, sono state le vecchie Aston Martin e Corvette che, nonostante una corsa tirata, hanno messo in riga le più giovani avversarie. Certo, nonostante gli indubbi meriti degli equipaggi, stona non poco vedere i più moderni gioielli di alcune case, dover cedere il passo a berlinette ormai datate e di chiara concezione antiquata. La lotta degli ultimi quaranta minuti tra Adam e Taylor, conclusasi con la foratura del secondo e la vittoria della Aston Martin, forse l’unico momento adrenalinico dell’intero evento, non deve farci dimenticare la realtà dei fatti. Alle spalle dei vincitori Turner-Adam-Serra, il secondo posto è andato alla Ford di Priaulx-Tincknell-Derani, che proprio all’ultima chicane hanno avuto la meglio sulla Corvette di Taylor-Magnussen-Garcia che, complice la foratura, procedeva lentamente.

Dal canto suo la Ferrari si è potuta consolare con una tripletta in GTAm, con la vittoria di  Smith-Stevens-Vanthoor, concretizzatasi quando al primo calare della notte, la Aston Martin di Lamy-Lauda-Dalla Lana è dovuta rientrare ai box per una lunga riparazione. Una vittoria che tuttavia non può soddisfare gli uomini del Cavallino Rampante, giunti sulla Sarthe per festeggiare in ben altro modo i settant’anni.

 

 

CLASSIFICA GARA

 
a cura di Marco Zanello
Photo by Giacomo Zanello - Marco Zanello
 

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