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WEC & ELMS :

ELMS - 4 ore del Castellet 2017

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DALLARA SFONDA IN FRANCIA
Dopo un inizio stagione non proprio esaltante, culminato con la delusione di Le Mans, la Dallara conquista con autorità la sua prima vittoria stagionale in ELMS. In chiave campionato il G-Drive, grazie al secondo posto, allunga sullo United Autosport, soltanto quinto a causa di una penalità ricevuta nel dopo gara. Per il team inglese la giornata è salvata dalla vittoria in P3, mentre in GT si conferma la Ferrari dello Spirit of Race con l'equipaggio Griffin-Cameron-Scott
   
4h_castellet_2017
     
30/08/2017 -

Il termine militare “sfondamento” si addice perfettamente a descrivere la splendida prima vittoria della Dallara P217 sul fronte Europeo. Per prima cosa, la LMP2 italiana aveva finora regalato poche soddisfazioni alle squadre che l’avevano scelta: SMP Racing, High Class Racing e Cetilar Villorba Corse. La seconda ragione è perché la vittoria è avvenuta sul circuito del Paul Ricard, a due passi dalla sede di Oreca, in quella Francia che ospita anche l’altro grande costruttore della serie, la Ligier, e dove tradizionalmente si è scritta la storia e dove si scrivono i destini dell’Endurance.

Perfetta la strategia del team russo SMP Racing, che ha gestito gara e vettura con grinta e competenza. Infine, estremamente efficaci i piloti Matevos Isaakyan ed Egor Orudzhev, che hanno letteralmente martellato giro dopo giro, per tutta la durata della corsa.

Vale la pena soffermarsi sulla cronaca della gara per evidenziare che questa vittoria è nata soprattutto dalle prestazioni, e non da altri fattori che avrebbero potuto favorire la squadra russa.

Già dalle qualifiche la Dallara del team SMP era sembrata in forma, conquistando un buon quarto posto in griglia, anche se sul giro secco le Oreca del Dragon Speed del G-Drive Racing e del Graff erano oggettivamente più efficaci. Le prime due vetture sono state, infatti, le uniche ad abbattere il muro di 1’53”. In difficoltà su questa pista i team con le Ligier JSP217. Lo United Autosport, in corsa per il titolo con il G-Drive, ha cercato di tirar fuori il meglio dalla vettura francese, non riuscendo ad andare oltre al quinto posto.

Al via, la Oreca del Dragon Speed mantiene la testa della corsa con Hanley, che precede Roussel (G-Drive) e Guibbert (Graff). Quest’ultimo entra presto nel mirino di Isaakyan, che sta iniziando a spingere dopo un’ottima partenza. Dopo 40 minuti la situazione si fa caotica per il primo turno di pit-stop. Isaakyan si ferma solamente per rifornire, perdendo meno tempo rispetto agli avversari che hanno sostituito il pilota. Il russo esce dai box in testa alla corsa, davanti a Guibbert e Hedman, che ha rilevato Hanley sulla vettura del Dragon Speed. Cambio anche per il G-Drive Racing, con Rojas che rileva Roussel e che di lì a poco soffia il terzo posto a Hedman.

La prima sospensione della gara, per il recupero di una vettura fuori pista, non sconvolge più di tanto la situazione, con Isaakyan, che procede imperterrito come da tabella di marcia. Il russo si fermerà solamente dopo un’ora e mezza di corsa. Quando esce dai box, il suo compagno Orudzhev si ritrova quarto con una cinquantina di secondi dalla vetta. Pesta con passione il russo, ma va detto che gli altri dovranno fermarsi presto per il terzo pit-stop e infatti a poco meno di due ore dalla fine ha recuperato la prima posizione. Alle sue spalle inseguono Minassian, che ha rilevato Rojas sulla vettura del G-Drive, e l’Oreca di Trouillet per il team Graff.

Anche per Orudzhev, la prima fermata al 69° giro riguarda solamente un veloce rifornimento, che gli consente di mantenere agevolmente la testa della corsa. Il momento chiave per la squadra russa è al 92° giro, quando Orudzhev si ferma per lasciare il volante a Isaakyan: in quel momento Egor ha accumulato un vantaggio di circa 1’43”. E’ quanto basta per consentire al compagno di squadra di mantenere la leadership e portare la Dallara alla vittoria.

Tirando giù conti, la squadra russa ha effettuato solo quattro pit-stop, uno in meno rispetto agli avversari. La conclusione del teorema è che quando si trova una squadra competente, in grado di sviluppare la vettura, i risultati prima o poi arrivano.

Nella corsa al titolo, il team G-Drive limita i danni con il secondo posto di Rojas/Minassian/Roussel, e allunga in classifica sul suo rivale, lo United Autosports, terzo con Owen/De Sadeleer/Albuquerque sotto la bandiera a scacchi ma poi retrocesso in quinta posizione per non aver rispettato il limite degli 80 km/h durante un pitstop.

Bella la corsa nella classe LMGTE, che ha visto prevalere la Ferrari 488 GTE dello Spirit of Race, con Cameron/Griffin/Scott. Avrebbe anche potuto essere doppietta per le vetture di Maranello, se la 458 Italia del JMW, con Smith/Fanin/Cocker, avesse resistito all’assalto dell’Aston Martin del Beechdean AMR. Ma i piloti della Vantage, Howard/Gunn/Turner, hanno saputo supplire alle carenze della loro macchina, che qui è apparsa un po’ in difficoltà rispetto agli avversari.

Con una bella partenza, la Porsche 911 RSR del team Proton si è portata in testa alla classe per una mezz’oretta, ma poi la nebbia è nuovamente calata sull’equipaggio Ried/Camathias/Cairoli, che fa del suo meglio con un macchina in evidente crisi tecnica.

Infine, le LMP3 hanno offerto uno spettacolo avvincente, con numerosi stravolgimenti di classifica: ha avuto la meglio la Ligier JS P3 dello United Motorsport, con Falb/Rayhall, davanti a Smiechowsky/Hippe per l’Inter Europol Competition e a Cougnod/Jung/Ricci per M Racing-YMR.

Disastro totale per i team che schierano i telai Norma: nessuna vettura al traguardo.

Del resto, sulla classe permangono gli interrogativi di inizio stagione: da una parte le ragioni di organizzatori e team nell’avere un prototipo con costi di gestione bassi rispetto alle LMP2. Ciò ha consentito l’accesso nel campionato ad un maggiore numero di team. Dall’altra la scarsa identificabilità delle LMP3 rispetto alle LMP2 e le prestazioni, che spesso vedono questi prototipi prenderle di santa ragione dalle più carismatiche LMGTE. Il risultato è un’immagine offuscata, ma si comprende che la scelta tra cuore e ragione non è semplice.

 

RISULTATI QUALIFICHE

RISULTATI GARA

 
a cura di Stefano Costantino
Photo Giacomo e Marco Zanello
 

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