22/08/2018 -
Diciamocelo apertamente: che prima o poi la Toyota finesse con il non vincere una prova della super season 2018-2109, ce lo aspettavamo tutti. Vuoi la necessità di fornire uno spettacolo decoroso in un campionato senza grosse tematiche da sviscerare, vuoi la reale probabilità che insorgesse un problema tecnico o che si verificasse un incidente in una gara che ha nella durata la sua stessa essenza, a scommetterci eravamo un po’ tutti. Quello che però nessuno poteva aspettarsi era che la sentenza arrivasse dall’applicazione del regolamento piuttosto che dal verdetto della pista: con una superiorità cosi evidente, era davvero improbabile che la Toyota si facesse beccare con qualche parametro fuori posto. Nonostante la revisione dell’EoT, resa necessaria alla luce delle prestazioni di Le Mans, anche a Silverstone le Toyota hanno continuato a dominare, realizzando una perentoria doppietta con un margine di quattro giri sul primo degli avversari, dimostrando che la differenza tra Ibridi ed endotermici resta abissale. Addirittura, per cercare di animare una gara che nulla aveva da offrire, le due vetture giapponesi si sono scambiate a più riprese la posizione di battistrada, procedendo per di più alla dubbia sostituzione di particolari aerodinamici durante le regolari soste ai box. Ed invece, poco dopo la mezzanotte della domenica, all’annuncio dei commissari tecnici che le due Toyota venivano squalificate a causa della non conformità dello Skid Block, ovvero del pattino in legno posto sotto la vettura, nel box Rebellion è iniziata la festa. Un problema simile a quello che proprio in Inghilterra aveva privato la Audi di una meritata vittoria due anni fa, anche se non identico: all’epoca il pattino risultò consumato oltre i limiti mentre in questo caso e risultato troppo flessibile. Cosi, un weekend iniziato davvero male per la Rebellion, con il brutto incidente che ha visto protagonista Bruno Senna alla Copse nel corso della prima sessione di libere, si è concluso nel migliore dei modi. In pista avrebbe meritato di vincere la coppia Jani-Lotterer, ma la posizione in classifica ha consigliato un cambio di posizioni tra le vetture del team negli ultimi minuti di gara, con conseguente successo del trio Menezes-Laurent-Beche. I tre sono stati peraltro protagonisti di una bella rimonta dopo essere stati costretti ad un fuoripista al via per evitare la BR di Sarrazin, finita in testacoda davanti al gruppo. A proposito di BR, i prototipi russi si sono distinti per le prestazioni in prova che le hanno portate a monopolizzare la seconda fila, finendo però per pagare la poca affidabilità in gara. Aleshin è stato costretto a parcheggiare la vettura a bordo pista con il turbo rotto dopo soli 45 minuti di gara mentre il prototipo gemello e riuscito a concludere al terzo posto dopo aver perso tempo a seguito di una colpevole toccata con la Ferrari di Bird. Poca gloria per le restanti P1, con la BR del Dragonspeed e la Koelles sempre troppo lontane sul giro secco: la prima è transitata sotto la bandiera a scacchi fortemente attardata, mentre la seconda ha concluso anzitempo l’avventura, girandosi quando la gara era in regime di FYC.
L’assenza del G-Drive ha invece dato nuovo spazio ai team iscritti alla categoria P2: dopo un inizio a favore del TDS Racing, la gara ha visto primeggiare le Oreca del Jackie Chan Racing, con il trio Tung-Aubry-Richelmi protagonista di un grande recupero dopo essere stato attardato da un drive-through ad inizio gara per partenza anticipata. Meno fortunati Jaafar-Tan-Jeffri, ampiamente primi fino a quando una foratura non li ha costretti al secondo posto finale.
Il vero spettacolo e invece arrivato dalle GTPro, dove le revisioni al BOP pare abbiano ristabilito un certo equilibrio. Se le qualifiche hanno visto la rinascita delle Aston Martin, la gara è vissuta della sfida tra Porsche, Ford e Ferrari, con quest’ultima uscita vincente grazie ad una strategia davvero intelligente. Alle spalle di Calado-Pier Guidi, la Porsche di Bruni-Lietz è stata squalificata per non aver rispettato l’altezza minima da terra, cedendo cosi il secondo posto alla Ford i Tincknell-Priaulx ed il terzo alla Porsche di Christensen-Estre. Mentre le berlinette tedesche hanno pagato un problema di usura degli pneumatici, le americane sono state attardate dal bloccaggio delle portiere durante le soste ai box, problema cui il costruttore non sembra aver trovato un opportuno rimedio nonostante la maturità del progetto. Peccato per la seconda Ferrari, quella di Rigon-Bird, protagonista della prima metà di gara: una manovra poco ortodossa del giovane Orudzhev in una fase di doppiaggio ha causato la foratura di un pneumatico posteriore della vettura del cavallino rampante, ponendo di fatto fine ad una gara fino a quel momento davvero maiuscola.
Grande spettacolo anche in GTAm, con la bella lotta per la vittoria tra la Aston del TF Sport e la Porche del Team Project 1 interrotta da uno stop and go di 75 secondi comminato ad entrambe per aver effettuato il pit stop in regime di Safety car. Attardate anche la Aston ufficiale e la Ferrari dello Spirit of Race per piccoli incidenti di gara, la vittoria è andata alla Porsche di Andlauer-Campbell-Ried, che hanno cosi bissato il successo di Le Mans.
Prossimo appuntamento con il WEC al Fuji il 14 Ottobre.