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Eventi Storici :

Dix Mille Tours del Castellet 2019

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Chiusura d'effetto
   
Dix Mille Tours 2019
     
30/10/2019 -

Avrei voluto iniziare questo articolo come faccio solitamente, raccontandovi la gioia che ogni volta la pista sa regalare. Invece per una volta il primo pensiero di questo reportage va ad una persona che non c’è più: alla vigilia del fine settimana della Dix Mille Tours ci ha lasciati Nanni Galli, celebre pilota italiano dei primi anni ’70 fortemente legato all’Autodelta, con la quale corse in varie categorie. Nato in una famiglia di imprenditori tessili, ha affiancato la passione dei motori all’attività di famiglia, che di fatto ha proseguito fino all’ultimo. Il rapporto con i motori, una volta ritiratosi, divenne sporadico: a tratti ricordava quello che un uomo innamorato ha con la donna che lo ha abbandonato. A me piace ricordarlo con quel suo sorriso beffardo, tipico dei toscani, seduto sull’Alfa 33 che in qualche occasione ha portato in pista proprio nel corso delle manifestazioni storiche.

Purtroppo o per fortuna “The show must go on” ed allora val la pena di raccontare cosa l’ultimo appuntamento di Peter Auto 2019, sul circuito del Paul Ricard, ha saputo offrire. Non tutti se ne ricordano ma è proprio qui che, parecchi anni fa, è stato testato il format che con tanto successo l’organizzatore francese porta con successo ormai sui più importanti circuiti del mondo.

Dire che la manifestazione è come sempre riuscita pare scontato, ed allora veniamo a discutere su ciò che già a Monza non mi aveva convinto: l’Endurance Racing Legend, per il tipo di vetture che di volta in volta partecipano, non riesce ad esaltare nella formula di gara. Troppa la differenza di prestazioni tra le vetture, così come tra i piloti, ed allora francamente sarebbe meglio proporla come sessione di prova, premiando magari i piloti che realizzano il miglior crono, calcolato con un certo handicap a seconda delle prestazioni delle vetture. Per la cronaca le due gare sono state vinte da Florent Moulin, su Saleen S7R e dalla coppia Raymond Narac e Michel Lecourt su Ferrari 333SP, mentre il favorito della vigilia Erik Maris, su Peugeot 908HDi Fap è stato costretto al ritiro in gara 1, mentre era ampiamente in testa, nonostante la sua partecipazione non fosse valida ai fini della classifica finale.

Parlando di Gruppi C, non me ne vogliate se, in barba alle regine della categoria, questa volta ci soffermiamo sulla Olmas GTL 2000 di Xavier Micheron, collezionista particolarmente interessato alle vicende sportive non da prima pagina. Prototipo progettato da Gianni Lo Bartolo, era caratterizzato da una monoscocca in fibra di carbonio e spinto da un Cosworth DFV preparato da Virgilio Conrero, uno dei grandi maghi italiani dell’elaborazione. Nel 1988 venne iscritta a tre gare del campionato mondiale endurance, 24 ore di Le Mans compresa, ma problemi di alimentazione e all’impianto elettrico ne segnarono presto il destino, confinandola successivamente alla solo sporadica partecipazione a qualche gara del campionato italiano montagna.

La cronaca della categoria ha registrato la debacle dei favoritissimi Gerard Lopez-Eric Helary sulla bellissima Jaguar XJR14, sempre ampiamente in testa ma costretti al ritiro in entrambe le gare, e la vittoria delle coppie Ivan Vercoutere-Ralf Kelleners e Michel Lecourt-Raymond Narac rispettivamente in gara 1 e gara 2, entrambe su Porsche 962C. Da osservare che in gara 1 è stato Eric Maris su Peugeot 905 EV1B a transitare per primo sotto la bandiera a scacchi, ma è stato penalizzato di due minuti per aver percorso la pit lane ad una velocità superiore a quella consentita.

Tra le gare più interessanti possiamo annoverare ancora una volta quella delle Sixties’ Endurance, sia per la carica agonistica dei piloti, sia perché si è trattato di una gara corsa completamente in notturna. Le avverse condizioni meteo hanno infatti costretto gli organizzatori a posticipare la partenza alle 18:45, quando le tenebre erano ormai scese sul tracciato del Var. E la notte per lungo tempo ha sembrato voler delineare un nuovo vincitore per una categoria che vive le Cobra come monopoliste assolute del gradino più alto del podio. Invece la coppia William Paul-Rory Butcher, in testa alla gara sin dalle prime tornate alla guida della Jaguar Type E 3.8, è stata costretta al ritiro quando mancavano trenta minuti alla fine della gara, lasciando campo libero alla Cobra di James Cottingham-Harvey Stanley, partiti dalla prima fila. Da osservare che alla fine della sessione di qualifiche, i primi tre equipaggi erano racchiusi nello spazio di soli 55 centesimi di secondo, un record se si parla di competizioni riservate alle auto storiche.

Decisamente meno brillante la gara riservata alle Porsche 2 litri, nel corso della quale, dopo un iniziale allungo della coppia William Paul–Rory Butcher, l'autore della Pole, Mark Sumpter, ha preso il comando, allungando fino alla bandiera a scacchi. Con questa vittoria, la prima del 2019, il pilota britannico si è anche assicurato la vittoria del campionato.

Gare dalle due facce nel The Greatest's Trophy, forse la categoria che maggiormente raccogli i gioielli del passato, sia di valore assoluto, come la Ferrari 250 GTO che di valore prettamente storico, come la Tojeiro Climax 1100: mentre in gara 1 la coppia Halusa Lukas e Martin ha sbaragliato la concorrenza alla guida della Jaguar E Type 3.8 Lightweight la punto di concludere con un vantaggio di quasi un minuto sulla vettura gemella di Carlos Monteverde – Gary Pearsons, in gara 2 sono stati questi ultimi ad imporsi dopo una bella sfida con le Bizzarrini 5300 GT di Mark Sumpter e di Jean Clement.

Complici le condizioni meteo difficili, la gara più interessante del fine settimana è arrivata dall'Heritage Touring Cup, la categoria che, va detto, presenta il minor numero di vetture originali al via. Dopo un brillante inizio gara da parte di Steve Dance, alla guida della Ford Capri 3100 RS, capace di allungare nelle prime tornate con apparente facilità, nel corso della gara gli inseguitori sono riusciti a riagganciarlo e sopravanzarlo, relegandolo ad una onorevole ma anche deludente quarta posizione. A vincere, sotto una pioggia sempre piu insistente è stato per la quarta volta nel corso della stagione Michael Elrich, su BMW 3,0 CSL, che nell'ultima tornata ha dovuto contenere l'arrembante ritorno della coppia Zak Brown-Richard Dean, sulla Capri 3100 Rs “Colonia”. Terzo sotto la bandiera a scacchi è transitato Christian Traber, che si è così aggiudicato il compianto con la bella BMW 3.0CSL.

Come spesso accade concludiamo con il Classic Endurance Racing, che con le sue gare sempre interessanti e competitive offre il lato più competitivo degli eventi organizzati da Peter. Non mancano poi le novità tra le fila degli iscritti, a volte assolute, a volte relative. E' stato il caso della Porsche 917 ex Woolfe, restaurata recentemente dall'equipe di Kauhsen, già vista a più riprese in pista negli ultimi anni, ma presentata al Castellet con i colori con cui prese parte alla gara di Spa. In gara la vettura è stata subito costretta al ritiro per un problema allo scarico, mentre davanti a tutti Daniel Gibson, su Lola T70 MkIII B, ha imposto sin dalle prime fasi un ritmo ineguagliabile per gli avversari, imponendosi con un margine di tutta sicurezza. Ottima la gara di Eric Mestdagh, su vettura gemella, finito secondo, mentre la coppia Roald Goethe-Stuart Hall, sempre su Lola, oltre a realizzare il miglior giro in gara sono riusciti a concludere al terzo posto, ma non sono potuti salire sul podio a causa di una penalità di due minuti inflitta dalla direzione gara. Al loro posto Claudio Roddaro, sulla Porsche 917ex Gulf. Tra le GT vittoria delle coppia Emmanuel Brignad-Sébastien Crubile su Porsche 911 RSR 3.0, doppiata dal vincitore soltanto a pochi giri dal termine.

La gara delle CER 2, corsa in condizioni meno proibitive ed anzi, partita sotto qualche timido raggio di sole, hsi è concentrata sull'appassionante duello che ha visto opposte le due Toj Sc di Yves Scemama, per lui il modello 304, e Maxime Martin, con il modello 303, finiti primo e secondo sotto la bandiera a scacchi, e la Mirage GR7 di Goethe-Hall, che ha concluso sul gradino più basso del podio. Come sempre l'ex pilota Aston Martin e Pescarolo ha imposto un ritmo di gara furioso che gli ha permesso di accumulare oltre trenta secondi sugli avversari, per poi lasciare la guida a Goethe, il quale pur con un ritmo decisamente meno brillante, ha finito con il cedere la posizione soltanto ai due avversari indiavolati. Tra le GT vittoria di Gilles Ceron, su Chevrolet Monza.

 
a cura di Maddalena Ceresa
Photo Giacomo Zanello
 

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