31/07/2017 -
Si torna dall’Austria con una convinzione: mentre il WEC sta perdendo il suo fascino, la Elms, ovvero la categoria cadetta dell’Endurance, diventa di gara in gara più divertente ed appassionante. Merito certo delle nuove P2, molto più performanti ed evolute, merito del crescente numero di iscritti e merito anche dei piloti che scendono in pista, molti dei quali vere e proprie star della categoria. Non a caso, tra gli addetti ai lavori si fanno sempre più insistenti le voci che vorrebbero il mondiale sul viale del tramonto ed il campionato europeo pronto a prenderne il posto. Illazioni, supposizioni, forse semplici esagerazioni, ma certo dopo aver passato le ultime due settimane a soppesare i due campionati, qualche dubbio sorge spontaneo.
Sul circuito del Red Bulll Ring d'altronde i valori in campo sono ritornati quelli visti a Monza e a Silverstone, con le Oreca leggermente più perforanti, ma con Ligier e Dallara davvero vicine. Ed in fondo non poteva essere diversamente, dal momento che all’indomani di Le Mans, lo strapotere Oreca era stato giustificato si da un progetto nato in anticipo rispetto agli altri, ma soprattutto dai grossi problemi incontrati dalla concorrenza. Ed alla fine le migliori prestazioni sul giro dell’Oreca del G-Drive Racing, condotta per l’occasione da Roussel-Minassian-Rojas, non sono stati sufficienti per ottenere la vittoria. Nonostante la Pole Position, il giro più veloce in gara e lunghi periodi trascorsi in testa, il trio ha dovuto arrendersi alla miglior strategia di gara della Ligier dello United Autosport di Owen-De Sandeleer-Albuquerque. Strategia per una volta pianificata da inizio gara, dal momento che le sospensioni anche solo parziali della gara sono state sostanzialmente nulle. La lotta per la vittoria si è sostanzialmente decisa tra i due equipaggi più equilibrati, ma sono stati a lungo in lizza per le posizioni di vertice anche l’Oreca del Dragonspeed, almeno fino a quando non è salito alla guida Hedman, finanziatore e tallone d’Achille della squadra e le due Dallara dell’SMP e del Villorba Corse. In particolare la scelta del tema russo di promuovere a prima guida le due giovani promesse Orudzhev e Isaakyan, attualmente impegnati in Renault 3.5, ha dato ottimi frutti, con una qualifica interessante ed una condotta di gara che avrebbe meritato sicuramente un posto sul podio, se non fosse stato per un problema tecnico costato qualche posizione nel corso di uno degli ultimi pit stop. Anche il tema italiano si era distinto ad inizio gara con Sernagiotto, ma un’incomprensione nel corso di un doppiaggio quando alla guida c’era Lacorte, ha provocato un danno tecnico che ha costretto la squadra al ritiro. Il terzo posto è stato allora artigliato dal trio Trouillet-Petit-Guibbert, alla guida dell’Oreca del team Graff, apparsi meno competitivi rispetto a quanto mostrato a Monza.
Le Ligier, dopo le vicissitudini di Monza, sono tornate alla vittoria anche in P3; la sfida con la Norma si è limitata alle prove, dove il prototipo di Norbert Santos aveva ottenuto la Pole, mentre in gara l’egemonia Ligier è stata presso che totale. Dopo un lungo periodo di gara al comando, la coppia Mondini-Uboldi ha dovuto cedere a Falb-Rayhall, sulla Ligier dello United Autosport quando mancava poco più di mezz’ora alla fine della gara. A nulla è valso negli ultimi minuti un drive through comminato all’equipaggio di testa per un eccesso di utilizzo dei limiti del circuito, ma a fine gara una nuova penalità per eccesso di velocità durante un periodo di FCY, ha permesso al duo italiano di ottenere un’insperata vittoria.
Nulla di nuovo nella categoria GT, con le Ferrari ancora una volta più veloci degli avversari. La vittoria ha arriso alla 488 di Cameron-Griffin-Scott, dopo una lungo duello che li ha visti opposti a Smith-Cocker-Fannin. Il terzo posto è andato invece alla Aston Martin di Yoluc-Hankey-Thiim, giusto a rovinare un podio tutto Ferrari.
RISULTATI QUALIFICHE
RISULTATI GARA