18/02/2018 -
Correva il 27 febbraio 1899 quando Marcel e Fernand Renault, imprenditori del settore tessile succeduti al padre Alfred, fondarono la Société Renault Frère, con lo scopo di commercializzare la prima automobile costruita dall’ingegnoso fratello Louis. Il più giovane dei fratelli era stato affascinato dei motori sin dalla tenera età ed era riuscito a convincere i maggiori ad investire ingenti somme di denaro sul suo progetto, la Tipo A: si trattava della modifica di un triciclo De Dion-Bouton al quale aveva aggiunto una quarta ruota, un cambio a tre rapporti con retromarcia e la trasmissione a presa diretta con giunto cardanico. La storia che segue è ricca di fascino, tanto da essere stata raccontata con fiumi di parole da eccellenti autori, ma spesso la storia di un marchio è più facilmente comprensibile dall’evoluzione dei suoi modelli. E se un’esposizione andava fatta per festeggiare i 120 anni di vita del marchio, quale miglior evento si poteva scegliere se non il Retromobile di Parigi, salone che ogni anno apre la stagione dell’automobilismo storico? Partendo proprio dalla Tipo A, i visitatori sono stati accompagnato in un viaggio culminato nei modelli Espace e Twingo, due opposti che hanno innovato il mercato tra la metà degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 dello scorso secolo, passando, tra le altre, anche attraverso la revocazione della vittoria a Le Mans del 1978, con le quattro vetture giallo nere che parteciparono a quell’edizione esposte nel grande stand. Ovviamente Retromobile non è stato soltanto questo: molte le esposizioni incentrate sull’automobilismo francese. Presenti Peugeot e Citroen, la prima intenta a celebrare i successi della 203 e della 504 e la seconda impegnata a rinverdire i fasti della 2CV, uno spazio piuttosto ampio è stato allestito per ricordare il grande Jean Pierre Wimille, uno dei più grandi cavalieri del rischio a cavallo della seconda guerra mondiale. Oltre alla Bugatti type 59/50B, con la quale si aggiudicò la coppa dei prigionieri del 1945 (di fatto l’ultima vittoria di una Bugatti) la Alfa Romeo 308 con cui ottenne tre successi nel 1946 ed una Gordini Type 15 del tutto uguale a quella in cui perse la vita a Buenos Aires, nello stand hanno trovato spazio i tre prototipi di vetture GT progettate dallo stesso pilota con l’appoggio della Ford. Un’occasione unica per intuire le grandi doti di un pilota mai dimenticato. La collaborazione in atto con il circuito di Montlhély ha invece portato al salone alcune delle più belle macchine che proprio sul circuito francese realizzarono qualche record: tra esse la “Voisin des records” del 1927, che infranse i record dei 100 km e delle 100 miglia, e la “Petit Rosalie”, che stabili nel 1933 il record dei 300.000 km.
Uscendo dai colori francesi, l’esposizione più apprezzata è stata quella delle Abarth, resa possibile attingendo alla collezione dello svizzero Engelbert Moll. Dei 22 pezzi esposti, motori compresi, la 2000 sport SE010 4 fari è stata quella che ha attirato maggiormente l’interesse dei visitatori e non solo. Prototipo dalle linee aggressive, si distinse per numerose vittorie e per una celebre tripletta alla 500km del Nurburgring del 1968 con Shetty, Ortner e Merzario.
Al solito molto interessanti gli spazi riservati ai collezionisti e venditori di auto d’epoca: se Lukas Huni si è distinto come sempre arrivando ad esporre ben 10 Ferrari SWB, tra le quali l’unica carrozzata direttamente da Nuccio Bertone, The Ascott Collection ha presentato uno stand dedicato alle Gruppo C e Formula 1 ad effetto suolo, mentre Richard Mille ha dedicato il suo spazio alle vetture progettate dalla McLaren.
Novità di questa edizione è stato lo spazio riservato alle vetture vendute al di sotto dei 25.000 euro: nonostante a pochi metri di distanza si stesse svolgendo la ricca asta organizzata come sempre da Artcurial, che ancora una volta ha rappresentato la punta di diamante delle aste organizzate nella settimana parigina, molti visitatori hanno preferito aggirarsi nell’area degli affari più “abbordabili”, magari con l’idea di farsi un bel regalo.
Ricchissimi ed organizzatissimi come sempre i banchetti dei ricambi e degli oggetti Automobilia, con visitatori arrivati da tutta Europa (e non solo), intenti a cercare il tassello mancante della loro amata. Meno interessante l’area dedicata all’arte, non tanto per la qualità dei dipinti proposti, quanto per la sostanziale mancanza di novità. Ma nell’arte come nella tecnica, le rivoluzioni copernicane, sono merce davvero rara.