15/05/2018 -
Quasi è un peccato che il Gran Premio Storico di Montecarlo sia biennale, perché venire qui è sempre un gran bel divertimento: pubblico, gente, confusione, belle macchine, belle corse, bello il posto e poi, quando sei stufo di gas di scarico, ruggiti a quattro, sei, otto o dodici cilindri, puoi sempre piazzare gli occhi su qualche bella femmina (ma guardare e non toccare).
La qualità delle vetture è sempre elevatissima e non mancano le particolarità come la March 711 in versione Eifelland 21. Sì, proprio quella, con il retrovisore a periscopio piazzato davanti al naso del pilota (il povero Rolf Stommelen). Dai! Chi non ha riso di questa macchina!? Poi, oggi, in Formula 1 c’è l’Halo, stesso principio applicato alla protezione del pilota, e “la cosa” si è fatta maledettamente seria, quasi una premonizione.
Bella novità l’introduzione della classe G, che ora include le Formula 1 dal 1977 al 1980, in piena era effetto suolo. Interessante anche la parata per la celebrazione dei 70 anni del Gran Premio motociclistico del 1948, infelice esperimento che costò la vita al pilota Norman Linnekar.
Non manca l’opportunità di incontrare vecchi campioni come Jacky Ickx, protagonista insieme alla figlia Vanina e a Derek Bell della parata Chopard. Oppure John Watson (invecchiatissimo, quasi irriconoscibile), Mark Blundell (ingrassato), Thierry Boutsen (sempiterno), Riccardo Patrese (anche lui si tiene bene), Mika Hakkinen (messo su un po’ di pancia, ma il ciuffone biondo è ancora sempre al suo posto), Emmanuele Pirro (sempre un gran signore) ed Eddie Irvine (chissà se l’animo “chissenefrega” è ancora lì, come ai bei tempi?). Lasciamo da parte l’epiteto vecchia gloria per Karun Chandhok e Josh Hill, ultimo rampollo della dinastia che si radica in Graham Hill (a tutti e due manca la gloria, a uno manca pure l’età), comunque coinvolti nella Heritage Parade.
Per tutti questi che hanno scritto la storia dell’automobilismo, altri cercano di lasciare un piccolo segno nella storia di questo evento, contenendosi la vittoria nella propria categoria. Con l’arrivo di veri e propri professionisti camuffati in mezzo agli amatori, il livello della competizione si è alzato tantissimo e non sono mancate le sorprese. Perché quando il gioco si fa duro il i professionisti cominciano a giocare.
Série A - Voitures de Grand Prix et Voiturettes d’avant-guerre
Série B - Voitures de Grand Prix F1 et F2, avant 1961
Série C - Voitures de Sport - moteur avant de 1952 à 1957 inclus
Série D - Voitures de Grand Prix F1 de 1961 à 1965 inclus
Série E - Voitures de Grand Prix F1 de 1966 à 1972 inclus
Série F - Voitures de Grand Prix F1 de 1973 à 1976 inclus
Série G - Voitures de Grand Prix F1 de 1977 à 1980 inclus