16/05/2018 -
Se la Lotus 49 è stata una delle vetture di F1 che più ha influenzato la storia della F1, non fosse altro perché su di essa venne montato il primo motore Cosworth, avere l’occasione di toccare con mano il telaio che portò la prima vittoria nel GP d’Olanda del 1968, è stata davvero una grande emozione. La monoposto giallo-verde è stata portata in pista da Chris Mac Allister, che già l’aveva schierata nel principato alcuni anni fa: all’epoca finì contro le barriere di St. Devote. Forse memore della brutta botta, l’inglese ha condotto quest’anno con maggiore attenzione, finendo però, in certi momenti, per rappresentare un ostacolo ai primi.
La categoria ha comunque vantato la partecipazione di altri pezzi di sicuro interesse come la Ferrari 312 spazzaneve e la Tecno PA123-3. Pezzi di storia importate che ancora una volta hanno dato vita ad un avvincente confronto agonistico: per tutti e 12 i giri, aperti dalla partenza lanciata, il Poleman Bjorn Wirdheim, alla guida di una March 711 si è abilmente difeso dagli attacchi sferrati da Stuart Hall, sulla McLaren M19A con cui si era imposto nella passata edizione. Al terzo posto ha concluso Michael Lyons, uno dei protagonisti della vigilia rallentato nel corso delle prove dalla doppia sospensione a causa degli incidenti che si erano verificati in pista. Sfortunati protagonisti sono stati Smith Hillard (Surtees TS9) e Katsu Kubota (Lotus 72), costretti al ritiro nelle ultime tornate quando erano stabilmente negli scarichi dei due battistrada. Da segnalare la presenza di Paolo Barilla, ex vincitore a Le Mans, costretto alla resa dopo un brutto contatto con Clivio Piccione, ex pilota monegasco di GP2, invitato per l’occasione dal magnate Roald Goethe.
RISULTATI QUALIFICHE
RISULTATI GARA