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WEC & ELMS :

LMS - 1000Km di Monza 2008

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25-27 aprile 2008
LA CORSA PERFETTA
   
LMS - 1000Km di Monza 2008
     
30/04/2008 -

L'autodromo di Monza è ricco di eventi leggendari, ma in futuro difficilmente qualcuno potrà permettersi di non annoverare tra questi anche la 1000 km 2008: si perché probabilmente neppure John Frankenheimer, il celeberrimo regista di "Grand Prix", avrebbe saputo immaginare una corsa così ricca di colpi di scena. Chi si aspettava un dominio incontrastato della Peugeot ha dovuto ricredersi di fronte alla consistenza delle mai domate Audi e alla promettente competitività della Lola Aston Martin del team Charouz. Nel corso delle prove libere le vetture francesi hanno dimostrato qualità velocistiche inavvicinabili per gli avversari, infliggendo distacchi superiori al secondo al duo Audi e oltre due alla Lola Charouz. Convincenti anche le prestazioni delle Porsche Rs Spider tra le P2: le barchette tedesche hanno speso le libere alla ricerca del giusto bilanciamento e, nonostante questo, sono rimaste sempre ai vertici della classifica, impensierite solo a tratti dalla Lola dello Speedy Racing e dalla Zytek del Barazi. Tra le Gt1, categoria nella quale sono state iscritte solo 4 vetture, la Aston Martin è sempre risultata più veloce delle rivali, mentre in Gt2 la Ferrari 430 della Virgo e la Porsche 997 del Ferbermayr hanno fatto il vuoto dietro di esse.

Qualifiche

I quaranta minuti di prove di qualificazione hanno regalato emozioni e anche momenti di paura quando Campbell-Walter, in fase di frenata alla variante della Roggia, ha allargato troppo finendo per mettere due ruote sull'erba: la sua Creation è entrata immediatamente in testacoda finendo la carambola contro le barriere della via di fuga. Per far si che il pilota potesse uscire dalla vettura ci sono voluti alcuni minuti anche a causa degli pneumatici delle protezioni che l'avevano ricoperta: purtroppo le sottili fratture a due vertebre pongono fine alla stagione del bravo Jamie.

In P1 le Peugeot hanno confermato il dominio delle libere, con Minassian capace di fermare i cronometri sull'1'31"470, un tempo di 3 secondi più basso rispetto a quello registrato lo scorso anno mentre Lamy, con problemi di set-up, si è dovuto accontentare del secondo miglior tempo a mezzo secondo. Dietro di loro le due Audi si sono date battaglia sul filo del decimo di secondo, con il beniamino di casa Capello più veloce di Rockenfeller di soli 137 millesimi mentre, alle loro spalle, alla Lola Aston Martin sono stati sufficienti 4 giri per assicurarsi con margine il miglior tempo tra i non diesel. Tra gli altri bene le Courage, malissimo le Pescarolo, mai così attardate negli ultimi anni. In P2 come previsto l'hanno fatta da padroni le tre Porsche: in particolare Verstappen ha tirato fuori dal cappello un giro fenomenale a soli 5"372 dalla Peugeot, dimostrando che la ciclistica della Rs Spider potrebbe consentire, su circuiti tortuosi, una lotta serrata anche con le P1. Con Lammers secondo e Elgaard terzo, solo la Lola dello Speedy Racing ha tenuto il passo, finendo quarta distaccata di 2 decimi: la Zytek Barazi e la Lola MG hanno accusato un distacco prossimo al secondo esprimendo comunque un discreto potenziale mentre è stato disarmante osservare le prestazioni della Lucchini Judd portata in pista dal Racing Box Team, qualificatasi in mezzo alle Gt1. Molta più battaglia per la Pole di categoria nelle classi Gt: in Gt1 la Corvette guidata da Beretta, ha avuto ragione della Aston Martin di Enge, destando stupore tra gli addetti ai lavori che avevano pronosticato una facile supremazia di quest'ultima. In Gt2 duello serrato, come già nelle libere tra Bell su Ferrari e Davison su Porsche, con il primo capace di staccare il miglior crono di categoria in 1'49"006. Sempre in crisi le Spyker, distaccate di oltre 2 secondi.

Gara

La domenica, all'apertura della pit-lane spende un bel sole sul circuito brianzolo, quasi a preannunciare il grande evento che di li a poco andrà in scena: la Peugeot di Genè si ferma in mezzo alla corsia box ma viene rimessa in moto dai meccanici guadagnando la posizione sulla griglia di partenza. I leoni di Francia non sono affatto tranquilli, soprattutto perché nel corso del Warm-up la stessa vettura è stata parcheggiata all'altezza della Curva Grande per problemi ad un semiasse. Anche in casa Audi però le cose non vanno troppo bene: Rockenfeller accusa problemi di pressione della benzina ed è costretto a farsi trainare ai box dove i suoi meccanici dovranno fare un vero e proprio miracolo per consentirgli di prendere il via seppur dalla pit-lane. Al via le due Peugeot mantengono l'ordine, e nel corso dei primi 8 giri fanno il ritmo, garantendosi un margine di 12" sulla Audi di Capello e sulla Lola Aston Martin, mentre tutti gli altri registrano già pesanti distacchi. Nel corso dello stesso giro si ferma sul rettifilo che precede la parabolica la Radical, costringendo la direzione a far entrare in pista la Safety car: Capello entra ai box, iniziando subito una politica legata all'ottimizzazione dei rifornimenti che rappresenterà il live motive della gara di casa Joest, subito seguito dalla Lola che opta per la "marcatura a uomo". Alla ripartenza Dindo si ritrova 25° e spinge per passare le vetture più lente che lo separano dalla vetta, ma nel passare la Pescarolo della Ickx si ritrova davanti una P2 decisamente più lenta e per evitarla scarta contro la vettura dell'incolpevole Vanina. Nell'urto la Audi si solleva da terrà, comincia una serie di piroette e ricade sulle 4 ruote con danni evidenti ma senza aver toccato i guardrail: il pilota astigiano guadagnerà i box dove i meccanici riusciranno a rimettere la vettura in pista in soli 15'. In pista si rivede la Safety car e di fatto, per una Audi che esce di giochi, un'altra vi rientra: il ricompattarsi del gruppo ha favorito il ritorno tra i primi di Rockenfeller sul quale sono riposte le speranze della Joest. Quando si riaprono le danze le Peugeot si ritrovano con 20" sulla Audi e 40" sulla Lola, la quale tuttavia è l'unica ad aver rifornito ed infatti al 32° giro passa al comando sfruttando i pit-stop degli avversari; la gloria tuttavia dura poco perché la vettura lamenta noie di natura elettrica e sarà costretta ad un lungo stop. A questo punto la gara resta un affare dei motori diesel ma, al 55 giro la Peugeot n°7 rientra lentamente ai box: il problema accusato in mattinata si è ripresentato e serviranno quasi 14 minuti per porvi rimedio.

In P2 nel frattempo Verstappen ha saldamente tenuto la testa della corsa, seguito dalla Lola dello Speedy Racing e da quella del Quifer, mentre le altre due Porsche seguono distaccate. Al 56° giro però, in staccata alla Ascari, la vettura del pilota olandese viene tamponata nel retrotreno da una Spyker, forando il pneumatico e danneggiando il fondo: in poco più di cinque minuti la vettura sarà in grado di riprendere la pista, impegnata in una difficile rimonta che tuttavia la porterà fino al secondo posto di classe. Pochi minuti prima anche la Lola Speedy è rientrata ai box per un problema piuttosto consistente, dando via libera a chi fino a quel momento ha atteso pazientemente. Edgaard, girando su tempi appena accettabili si ritrova primo con un giro di vantaggio sulla vettura gemella dell'Horag che, ha causa di un'uscita di pista perderà il secondo posto a vantaggio di "Jos the boss", il quale, prima della fine, sarà capace di far registrare uno strabiliante 1'37"625. In Gt1, dopo una partenza un pò difficile, la Aston Martin del team Modena ha, giro dopo giro, ridotto il distacco dalla Corvette che per l'occasione schierava Beretta al posto di Alphand. Sotto la bandiera a scacchi Enge transiterà con 12" di vantaggio, mentre al terzo posto l'altra Corvette, relegherà il "pipistrello" all'ultimo posto di categoria. Infine la Gt2 con la Ferrari della Virgo velocissima e sfortunata: saldamente in testa è stata costretta ad una inaspettata sosta per foratura e di li a poco si è dovuta ritirare con danni al retrotreno. La vittoria è andata alla Porsche della Imsa di Narac/Lietz, squalificata però in parco chiuso per Airbox irregolare: doppietta Farnbacher, con la Porsche davanti alla Ferrari. In testa alla corsa intanto Lamy conduce con un margine di 12" su Rockenfeller, mentre per il terzo posto si stanno dando battaglia la Creation e la Pescarolo di Tinseau, costretto dopo l'uscita di pista di Boullion a tener alta la bandiera del team francese. Dietro di loro lotta accesa tra Genè e McNish, nel tentativo di recuperare più posizioni possibili. Molto distanziato, dopo noie meccaniche patite a metà gara, Ortelli, che comunque insiste nel registrare buoni tempi: quando si entra del 148 giro, al fondo del rettilineo centrale si sfiora il dramma: la Courage sbanda in piena velocità ed entra in testa-coda alzandosi da terra. In pochi istanti la vettura ruota in aria ricadendo più volte sul terreno e fermandosi solo contro i guard rail in uscita dalla prima variante. Rientra in pista la Safety car per permettere i soccorsi e rimuovere i detriti, con il pilota che viene trasportato in ospedale per i dovuti accertamenti. In questa fase la Peugeot sbaglia strategia e così la Audi si ritrova in testa seppur con soli 4" di vantaggio. Mancano 15 giri alla fine e Lamy deve inseguire: al 163° giro il portoghese sferra l'attacco all'avversario alla prima variante finendo lungo e ritrovandosi primo. Rochenfeller riceve indicazioni dal box in base alle quali l'avversario dovrà scontare uno stop and go per il taglio della chicane appena compiuto, ma Lamy lascia strada convincendo il tedesco che nessuna sanzione verrà data: in realtà la Peugeot n°8 ha superato in regime di bandiere gialle ed è per questo che dovrà fermarsi ai box. Nel corso del giro successivo, in prima variante l'attacco si ripete, con il tedesco che, ormai ignaro dello stop and go, difende la posizione: le due vetture si toccano e alla fine ha la peggio l'Audi, cui si taglia il pneumatico posteriore sinistro. Disappunto ai box, Joest, mentre Lamy sconta la penalità e s'invola verso la vittoria. Dietro di loro Tinseau, con un sorpasso all'ultimo giro sulla Creation, porta i colori di Henry sul podio, mentre la lotta tra gli attardati vede Genè quinto e Capello sesto.

 

 
a cura di Marco Zanello
Photo Giacomo Zanello - Marco Zanello
 

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