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WEC & ELMS :

24 ore di Le Mans 2023 - Gara

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Ferrari, oltre il Pilota Fantasma
   
24H Le Mans 2023 Start
     
16/06/2023 -

La Ferrari ha posto termine al suo digiuno da Le Mans con una vittoria tanto perentoria quanto inattesa.  Che il prototipo messo in pista dal cavallino rampante fosse particolarmente raffinato era cosa assodata ma, che si dimostrasse così efficace ed affidabile già alla prima partecipazione alla classica della Sarthe, questo era tutt’altro che prevedibile. Ed invece le rosse 499P hanno letteralmente dominato la gara, prendendosi anche il lusso di recuperare dopo essere state attardate. È successo alla vettura vincitrice con l’equipaggio Pier Guidi-Calado-Giovinazzi, insabbiata nelle prime ore della notte a seguito di un’uscita di pista occorsa all’altezza del Karting per evitare una GT finita in testacoda, così come alla vettura gemella, quinta sotto la bandiera a scacchi che, dopo una lunga sosta ai box a causa di un problema al sistema di raffreddamento dell’ERS, ha ripreso la gara di gran carriera, finendo con l’ottenere anche il giro più veloce. Una vittoria che segna il ritorno di un marchio prestigioso e che, al tempo stesso, permette alle gesta del cosiddetto pilota fantasma, di godersi il meritato riposo. In pochi forse lo ricordano ma l’ultima vittoria a Le Mans della Ferrari era quella del 1965, contraddistinta dalla partecipazione “non autorizzata” di Ed Hugus in aiuto della coppia vincitrice Rindt-Gregory. A suo stesso dire, il pilota americano aveva sostituito per due ore i piloti ufficiali durante la pioggia notturna, stante l’impossibilita di trovare il pilota austriaco e il rifiuto di Gregory di guidare in condizioni tanto proibitive. Un dubbio che, seppur simpatico, aveva finito con lo sminuire l’ultima vittoria Ferrari, rea di non aver rispettato all’epoca il regolamento e che finalmente troverà riposo le pagine degli annali dell’endurance.

Grande sconfitta, ovviamente, la Toyota, vincitrice delle ultime cinque edizioni e gran favorita della vigilia, sulle cui prestazioni ha probabilmente pesato troppo il BoP previsto per Le Mans. Le GR010 hybrid giapponesi si sono portate in testa nel corso dei primi giri ma hanno presto subito il ritorno non solo delle Ferrari, ma anche delle altre contendenti. Nel corso delle prime ore, alcune scelte strategiche hanno poi rallentato i due equipaggi, uno dei quali è stato costretto al ritiro nelle ore notturne a causa di un tamponamento da parte della Alpine di Rojas.  La vettura rimasta in corsa ha allora ingaggiato un bel duello con la Ferrari vincitrice, arrendendosi soltanto nelle ultime due ore di gara a causa di un’uscita di pista di Hirakawa ad Arnages, che tuttavia non ha impedito di conquistare il secondo posto. Certo le vetture nipponiche non sono state aiutate, come già evidenziavamo, dal BoP che le ha costrette a prendere il via con 37 kg di zavorra, e su questo è necessaria una profonda riflessione, ma non si può non osservare la propensione alla sconfitta del marchio dei tre ovali non appena si presentino, cosi come avvenuto quest’anno, avversari blasonati.

Sì, perché va detto, questa e stata una Le Mans nella quale nessun marchio della classe regina ha sfigurato: al comando si sono alternate tutte le contendenti, o quasi, dimostrando che i risultati delle prime tre gare del campionato e delle sessioni di prova, erano stati, almeno in parte, fuorvianti. Ha convinto la Cadillac, con le due vetture di punta finite terza e quarta, dopo aver condotto nelle prime ore di gara, a dimostrazione dell’ottimo lavoro fatto dalla Dallara. Forse, nonostante gli 11 kg di zavorra, con qualche errore in meno da parte dei piloti avrebbero potuto anche fare di più. Ha addirittura sorpreso la Peugeot, incredibilmente consistente nelle prime undici ore, tanto da prendere la testa in seguito all’uscita di pista della Ferrari vincitrice. Anche in questo caso qualche responsabilità va imputata ai piloti, ma è più costruttivo concentrarsi sui progressi fatti piuttosto che sugli errori commessi anche se, non si può negare, il bilancio alla fine del primo anno agonistico della 9x8 non possa che essere definito deludente. Meno positiva la prova delle Porsche, dalle quali ci si attendeva francamente di più, soprattutto dal punto di vista dell’affidabilità. Contro tutti i pronostici la più competitiva e risultata la quarta vettura, iscritta dal team Jota, addirittura prima dopo alcune ore di gara, nonostante essere stata costretta a partire dal fondo dello schieramento a causa di problemi al sistema ibrido sofferti durante le qualifiche. A tradire il team sponsorizzato Hertz, l’inesperienza del pilota Yifei Ye, finito tristemente a muro all’altezza del Karting, sul quale forse la squadra tedesca dovrebbe porsi più di una domanda. Le tre ufficiali hanno invece dato vita ad una bella battaglia con le avversarie più accreditate, per poi patire problemi tecnici che le hanno estromesse dalle posizioni di testa.

Qualche parola anche sulle Glickenhaus che, in quella che potrebbe essere l’ultima apparizione a Le Mans, hanno condotto una gara molto attenta, finendo con il conquistare addirittura il sesto e settimo posto finali: un risultato che ripaga il produttore cinematografico di tutti gli sforzi profusi in questi anni.

Pronostico totalmente stravolto in P2, dove a vincere e stata l’Oreca iscritta dal team Inter Europol con l’equipaggio Smiechowski-Costa-Scherer, tutt’altro che competitiva durante le qualifiche. In gara, tuttavia, ha subito imposto un ritmo consistente che le ha permesso, insieme ai guai altrui, di prendere la testa, per conservarla fino alla bandiera a scacchi resistendo alla pressione dei due prototipi del WRT e a quello della IDEC. Proprio quest’ultima, dopo la pole ottenuta giovedì, è stata rallentata da una foratura a tre ore dalla fine che l’ha relegata, ingiustamente, al sesto posto finale.

Pronostico totalmente rispettato nella categoria GT, dove la Corvette di Catsburg-Keating-Varrone ha recuperato un ritardo di due giri, accumulato nella prima mezz’ora di gara a causa di un problema agli ammortizzatori anteriori, per concludere al primo posto con un vantaggio di un giro sulle dirette avversarie, Aston Martin e Porsche in primis. La squadra americana è stata peraltro protagonista nella giornata di mercoledì, quando i meccanici sono stati impegnati in una gara contro il tempo per permettere alla Corvette di partecipare all’ora di qualifiche, dopo la brutta botta rimediata da Varrone nel corso della sessione di libere a Tertre Rouge. La supremazia della gialla GT è stata a tratti imbarazzante, segnale che qualche errore nel non imporre un Success Ballast da parte dell’ACO c’è indubbiamente stato.

Infine, non può mancare una critica sull’organizzazione di questa edizione, considerata epocale sia per l’elenco partenti che per l’anniversario che si commemorava.  Ed allora dobbiamo ammettere che, se nulla va eccepito sulle attività organizzate, fossero esposizioni, aste o concerti, la gestione degli spazi del circuito e stata particolarmente lacunosa, lasciata nelle mani di volontari che, pur animati da volontà e passione, hanno dimostrato tutti i loro limiti. Certo, il circuito, proprio per le sue dimensioni, presenta immensi problemi gestionali e logistici ma, sarebbe fondamentale iniziare a dividere le vie d’accesso delle macchine da quella dei pedoni, incrementando la costruzione di passerelle, così come bisognerebbe implementare ulteriormente i mezzi di trasporto pubblici che consentissero agli appassionati di raggiungere facilmente il circuito senza ricorrere necessariamente alle automobili.  Resta poi aperto l’annoso problema dei parcheggi, ormai saturi e spesso lontani dal circuito, soprattutto per gli addetti ai lavori. Abbiamo personalmente incontrato alcuni medici che prestavano servizio in pista, costretti a parcheggiare a quasi due chilometri dal circuito. Una situazione per la quale l’ACO dovrà trovare una soluzione, soprattutto in vista dei prossimi anni, nei quali, visto il rinnovato interesse per la categoria, potremmo avere un pubblico superiore alle 325.000 unità di quest’anno, record peraltro della manifestazione.

Se si critica si deve saper anche apprezzare ed allora va fatto un plauso al tentativo di offrire alla popolazione locale l’occasione di accedere al circuito ad un prezzo calmierato di 60 euro per l’intero week-end. Ovviamente i biglietti a disposizione sono andati a ruba, segno che ad allontanare gli spettatori dagli eventi automobilistici, sono proprio i costi esorbitanti. Un avvertimento che Monza sembra non avere nessuna intenzione di seguire!

 
a cura di Marco Zanello
Photo Giacomo e Marco Zanello
 

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