19/04/2018 -
Risvegliatisi dal torpore invernale, gli appassionati di endurance hanno dovuto tristemente constatare che gli equilibri in ELMS non sono mutati rispetto a come si erano mostrati nel corso della passata stagione. Il predominio Oreca, unico prototipo del lotto a mostrarsi competitivo nel corso di tutta la stagione, è anzi parso accentuato sul circuito del Castellet, ovvero proprio sul tracciato in cui, soltanto alcuni mesi fa, era apparso maggiormente in difficoltà. Il tutto, almeno in apparenza, soltanto per l’eliminazione della chicane sul Mistral, intelligentemente eliminata in questa edizione: tuttavia la sensazione è che si sia lavorato decisamente meglio negli stabilimenti di Signes rispetto a quanto fatto dalla concorrenza, con un prototipo più raffinato che concede margini di miglioramento decisamente più ampi. Ligier e soprattutto Dallara si sono così trovate a fare da comprimarie: tuttavia mentre la prima paga un cronico drug che le impedisce di essere competitiva su circuiti come questi, in casa Dallara i problemi sembrano molto più seri. L’impegno in P1 con il progetto BR SMP certo non ha aiutato, ma non va dimenticato che sulla stessa barca c’è la stessa Oreca, concentrata su Rebellion. Insomma, una giustificazione valida soltanto a metà. Qualunque sia la verità che sottende al risultato di questo week-end, ciò che portiamo via dalla prova del Castellet, è la certezza che, stanti i valori in campo, si assisterà ad una stagione nella quale soltanto le squadre che hanno optato per Oreca potranno dire la loro.
Sul Paul Ricard intanto ad avere la meglio è stato il debuttante team capeggiato dal simpatico aristocratico Alfonso d’Orleans Borbone, apparso tra i meglio organizzati anche grazie alle numerose esperienze, peraltro spesso vincenti, nelle categorie propedeutiche più prestigiose. Il trio di piloti, formato da Nato-Petit-Pla, ha dapprima mantenuto contatto con l’altra Oreca del Dragonspeed, per poi prendere il comando quando sul prototipo americano è salito Hedman, poi finito tristemente a muro. A contendergli la vittoria hanno allora provato dapprima l’Alpine del team Signatech, finita poi solamente quinta, successivamente l’Oreca del team Duqueine, finita terza, ed infine, nelle ultime battute di gara, l'Oreca del TDS incapace tuttavia di ridurre il divario di una decina di secondi che lo separava dal battistrata. Piuttosto complicata la gara di Chatin, l’uomo che il sabato era stato autore di una brillante Pole Position: i suoi compagni di avventura non sono stati in grado di mantenere un ritmo importante, e ben presto sono stati assorbiti dal gruppo, finendo con una settima posizione assoluta non proprio lusinghiera.
Meno interessante la gara delle P3, con le Norma incapaci di concretizzare il vantaggio mostrato sin dal sabato sulla concorrenza delle Ligier. A vincere senza troppi grattacapi è stato infatti l’equipaggio dell’RLR composto da Farano-Van Uitert-Garofall, approfittando sia di un’ottima strategia che dei numerosi problemi vissuti dai team che hanno optato per le Norma.
Insieme alla P2, ad animare la gara è stata la classe GTA, soprattutto nelle ultimissime fasi. L’iniiale strapotere delle Porsche è stato infatti ben presto sovvertito dai team Ferrari, ed in particolar modo dal JWB, formato da Griffin-Macdowall-Molina. Negli ultimi giri della gara proprio Molina è riuscito a recuperare il gap di alcuni secondi che lo dividevano dalla Porsche Proton di Cairoli, riuscendo anche a sopravanzarlo sul Mistral nel corso dell’ultima tornata.
La ELMS tornerà tra un mese sul circuito di Monza, ultimo banco di brova prima della 24 ore di Le Mans.
RISULTATI QUALIFICHE
RISULTATI GARA