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WEC & ELMS :

WEC - 6 ore del Nurburgring 2015 – Gara

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In Germania le Porsche 919 annichiliscono le Audi, centrando una doppietta importante per il campionato. Tra le P2 ennesimo successo dell'Oreca 05 mentre in GTPro le Porsche 911 sono ritornate alla vittoria. Ferrari vincente in GTAm grazie al team SMP
   
6h Nurburgring 2015
     
03/09/2015 -

Questa volta mi sono sbagliato e, devo ammetterlo, anche alla grande!! Nell’articolo di presentazione della 6 ore del Nurburgring avevo sostenuto che le favorite della vigilia fossero le Audi, viste le caratteristiche di questo tracciato, ed invece la Porsche ha centrato sul circuito di casa una vittoria ancora più perentoria di quella ottenuta nell’ultima 24 ore di Le Mans. In testa dal via, sfruttando al meglio il risultato delle qualifiche di ieri, le 919 hanno dovuto difendersi da se stesse più che dalle avversarie: mentre le Audi venivano tenute costantemente sotto controllo, un problema di eccessivo consumo (causato con tutta probabilità da un sensore) ha condizionato la gara della Porsche di Jani-Lieb-Dumas, per ben tre volte richiamata ai box dalla direzione gara per scontare le penalità comminate in base al regolamento. Ad approfittarne è stata la seconda 919, in difficoltà nelle primissime fasi di gara a causa della rottura di un particolare del musetto, ma successivamente autrice di una gara pressochè perfetta che le ha consentito di centrare la vittoria con un giro di vantaggio sul primo degli inseguitori. Se Bernhard e Hartley hanno corso con la solita incisività, ad entusiasmare i 40.000 spettatori assiepati sulle tribune è stato Webber, per la prima volta davvero competitivo da quando è passato al mondo delle endurance. Le Audi dal canto loro hanno fatto tutto quanto era possibile per arginare lo strapotere delle Porsche, ma nonostante la capacità di girare con tempi sul giro prossimi a quelli delle avversarie, non sono state mai in grado di impensierirle davvero. Difficile capire cosa non abbia funzionato soprattuto rispetto a quanto si era visto sino ad ora, ma l’impressione è quella che a monte di tutto ci sia un sistema ibrido non all’altezza delle avversarie e, come tale, fortemente penalizzante. Anche ad occhio nudo era facile osservare come in fase di doppiaggio le 919 si sbarazzassero con maggior facilità delle avversarie grazie agli 8MJ garantiti dal sistema ibrido. A complicare le cose un week-end difficile per l’equipaggio di punta dello squadrone di Ingolstadt: Lotterer-Treluyer-Fassler, non hanno trovato un buon set-up nel corso del week-end  e per buona parte della gara sono stati sopravanzati dai meno quotati Duval-Di Grassi-Jarvis, che hanno ceduto la terza posizione negli ultimi giri soltanto seguendo gli ordini di scuderia.

Toyota ha fatto gara a se, subendo un distacco importante dalle avversarie dirette, e questo nonostante le due TS040 non abbiano sofferto alcun tipo di problema. Inutile dunque sperare una ritrovata competitività da parte dei giapponesi, concentrati ormai sul progetto 2016, ma la loro presenza in pista potrebbe tuttavia condizionare la lotta per il titolo. Se la Toyota non offre un grande spettacolo, le P1 non ibride rasentano il ridicolo. La Rebellion, dopo la convincente prestazione di Le Mans, è uscita ridimensionata dalla prova del Nurburgring, con il prototipo di Imperatori-Abt-Kraihamer fermo nel corso del giro di ricognizione, e quello di Heidfeld-Prost-Beche in preda a noie elettriche fin dallo scadere della prima ora. Ad approfittarne è stata la CLM, alla prima vittoria ma, nonostante i progressi del prototipo austriaco, il successo in terra tedesca è scaturito più dai demeriti altrui che da meriti propri: nel tentativo di non incontrare problemi, Kaffer e Trummer sono stati sopravanzati da numerose P2 ed intorno alla quarta ora, un contatto con una Porsche ha rischiato di far sfumare un risultato garantito.

Poco appassionante la gara delle P2, tra le quali ancora una volta si è distinta l’Oreca 05 del KCMG, dominatrice da primo all’ultimo giro grazie soprattutto ad una prestazione maiuscola di Tandy, capace una volta di più impartire un ritmo inarrivabile tanto per gli avversari quanto per gli stessi compagni di squadra. Le Ligier del G-Drive, che hanno corso con il simbolo del lutto per onorare la memoria di Guy Ligier, recentemente scomparso, si sono dovute accontentare dei gradini più bassi del podio, rispettivamente con Rusinov-Bird-Canal e Derani-Yacaman-Gonzalez. Da dimenticare la prima apparizione del team Strakka con la Gibson: molte le ragioni che potrebbero giustificare una gara intera nelle retrovie ma ciò che colpisce è l’atteggiamento dei piloti, ormai assuefatti a prestazioni mediocri.

In GTPro le correzioni al BoP intervenute dopo Le Mans hanno permesso alle Porsche 911RSR di ottenere un’inaspettata doppietta con Lietz-Christensen e Makowiecki-Pilet. La vittoria è stata propiziata dai problemi elettrici che hanno bloccato lungo la pista la Ferrari di Bruni-Vilander e dal contatto tra Makowiecki e Rigon in regime di bandiere gialle che ha costretto il veneto ad una sosta ai box aggiuntiva per riparare i danni subiti: il francese ha visto punire la sua azione con un drive-through nelle fasi finali, che tuttavia non ha avuto alcuna ripercussione in classifica. A subire una battuta di arresto sono state invece le Aston Martin, che per tutta la gara hanno addirittura faticato a tener dietro le più veloci GTAm.

Proprio in GTAm si è assistito alla gara più bella, incerta e ricca di colpi di scena. Poteva essere un altro successo per le Porsche del team Proton ma alla fine la vittorie è andata alla Ferrari SMP di Bertolini-Shaitar-Basov, bravi ad evitare le tante insidie incontrate nelle sei ore di gara. Alle loro spalle la Aston Martin di Lamy-Lauda-Dalla Lana, rallentata nelle ultime fasi quando era in testa e la Ferrari di Collard-Aguas-Perrodo.

 

RISULTATI GARA

 
a cura di Marco Zanello
Photo Giacomo Zanello - Marco Zanello
 

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